Di recente la redazione di Edizioni Laboratorio Verde ha trascorso un’intera giornata a Villa Visconti Borromeo Litta, a Lainate, a pochi minuti da Milano.
L’abbiamo scelta come “teatro di scena” per realizzare la copertina di Greenup di marzo. L’occasione ci ha fatto scoprire un autentico capolavoro, un complesso rinascimentale, un tempo luogo di studio e sede di feste e ricevimenti per letterati, artisti e poeti. Il nostro sguardo – ca va sans dire – si è posato sui giardini e sulla loro gestione.
Prima di raccontarti ciò che ci ha colpito, ecco un breve video in cui abbiamo condensato le tappe della nostra visita. Un assaggio dell’area esterna e delle sue chicche: il meraviglioso Ninfeo, la carpinata più lunga d’Europa e le Serre Liberty. Buona visione, e poi buona lettura!
Iniziamo proprio dallo storico giardino, che si estende per circa tre ettari e vanta 56 specie di alberi e 15 di arbusti: da un raro Ginkgo biloba risalente al 1850-55 ai Cedrus atlantica, a magnolie grandiflore, querce e bagolari.
Con la realizzazione dei giardini intorno al 1585 venne data una funzione ludica al precedente possedimento agricolo. E chi conosce la storia, sa che non era una funzione così inusuale per i tempi, soprattutto nei luoghi di villeggiatura, quale era la Villa, un cosiddetto luogo di delizie.
La zona destinata a verde, sin dalle origini, era suddivisa in quattro scomparti scanditi da piante di agrumi in vaso.
Nel 1808 il giardino venne rinnovato secondo i canoni estetici dell’epoca, dall’architetto paesaggista milanese Luigi Canonica, che creò il boschetto all’inglese e ridusse il numero di giardini all’italiana da quattro a due, tuttora presenti e collocati di fronte alla limonaia est (prima dell’intervento di trasfromazione a Parco all’inglese si ripetevano anche davanti alla limonaia ovest). Attuò corposi lavori di sistemazione scenografica, moltiplicando gli effetti prospettici, creando quinte e fondali, costruendo ex novo la facciata del Ninfeo.
Il “nuovo boschetto” era animato da modesti dislivelli del terreno, con scomparti verdi ad andamento irregolare e con prevalenza di piante ad alto fusto e cespugli.
Mentre si avvicendavano diversi passaggi di proprietà, le ultime modifiche all’impianto del giardino risalgono agli inizi degli anni Trenta del Novecento e sono firmati dall’architetto Giuseppe Tramajoni, il quale ampliò il giardino informale, eliminando due delle quattro aiuole da fiore e il viale est/ovest che lo attraversava, e arretrando le serre nel giardino degli agrumi.
Nel 1970 la Villa viene acquistata dal Comune di Lainate e nel 1980 hanno inizio i lavori di restauro proseguiti fino al 2000. Tra questi: i restauri del Ninfeo e dei suoi giochi d’acqua e il rifacimento di alcuni automi. Dal 1990 la gran parte dei giardini destinata a parco pubblico è liberamente accessibile, e da quell’anno è possibile visitare il Ninfeo. Nel 1992 le guide e i fontanieri volontari si costituiscono nell’associazione Amici Villa Litta di Lainate e insieme al Comune, la Provincia di Milano e la Soprintendenza ai beni ambientali, danno inizio a visite guidate e culturali.
Unicum del parco è la carpinata del XVIII secolo, la più lunga d’Europa con i suoi 800 metri di percorso disposto a U. È stata introdotta grazie al gusto d’Oltralpe per gli alberi a foglia caduca e all’introduzione in Lombardia del carpino: è costituita da un doppio filare con i rami intrecciati e potati a volta, che vanno a formare una galleria larga e alta oltre quattro metri.
Tuttora i giardinieri eseguono una potatura di questo tipo, per mantenere la forma originaria e dare al percorso l’idea di un vero e proprio corridoio verde. La carpinata era infatti utilizzata con questa funzione dai signori che frequentavano la Villa, e il suo obiettivo era quello di garantire una passeggiata rinfrescante nelle calde ore estive. Con gli interventi ultimati nel 2008, è stata restituita al pubblico.
Da segnalare anche una serie di tassi che, un tempo rigidamente potati a piramide tronca, creano tuttora il “Teatro di Verzura”, teatro naturale una volta destinato a spettacoli musicali e teatrali.
Ed eccoci al Palazzo delle Acque, conosciuto come Ninfeo, ricco di decorazioni e di spettacolari giochi e scherzi d’acqua tuttora azionati manualmente da abili fontanieri nascosti, considerato l’esempio più importante dell’Italia settentrionale. Ideato dall’architetto Martino Bassi e realizzato tra il 1585 e il 1589, è costituito da stanze totalmente decorate a mosaico di ciottoli bianchi e neri e ciottoli dipinti a tempera.
Per chi si occupa di piante, molto interessante anche la visita alle serre. Nei primi decenni dell’Ottocento esistevano nel parco di Villa Visconti Borromeo Litta almeno dieci serre: per camelie, serre mobili e fisse per limoni e cedri, per ananas, serre calde e tiepide per specie tropicali.
Sono sopravvissute le due orangeries in mattoni e arcate vetrate, presenti nella parte nord e nell’area ovest del parco, davanti alla fontana del Tritone le serre angolari e curvilinee in ferro e vetro in stile Liberty, oggetto di un importante piano di recupero nel 2016.
Le serre Liberty ospitano al piano terra una collezione di cactacee, al piano interrato diverse varietà di orchidee: in particolare, la coltivazione di queste ultime su larga scala fu introdotta dalla famiglia Toselli, ultima proprietaria della villa prima di essere acquistata dal Comune di Lainate.