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Rain gardens, la nuova frontiera della sostenibilità

Published by Redazione IL Giardiniere smart on Gennaio 18, 2023
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    Rain gardens

    Il drenaggio urbano, per una migliore gestione delle risorse idriche, diventa sempre più importante per contrastare i cambiamenti climatici. Per questo AIPV, sempre in linea con le esigenze del settore ha pensato a un corso dedicato

    Il tema del rain gardening e del drenaggio urbano si è fatto sempre più attuale, anche e soprattutto nel contesto degli ultimi sviluppi ambientali e climatici. Una pratica fondamentale per gestire in modo razionale e consapevole nella progettazione urbanistica le acque meteoriche, andando a mitigare gli eventi a carattere monsonico, purtroppo sempre più frequenti, che mettono in difficoltà gli attuali strumenti di gestione delle acque e portando persino alla creazione di bombe d’acqua.

    Imparare dalla natura

    Il rain garden compensa questi fenomeni, realizzando delle aree depresse dove vengono raccolte le risorse idriche derivanti da questi eventi, sviluppando una vegetazione ad hoc che possa resistere a periodi di siccità prolungati, ma capace, allo stesso tempo, di vivere sommersa a seguito di questi acquazzoni monsonici. È sempre la natura a dare ispirazione e informazioni: come nei fiumi e nei corsi d’acqua, nei rain gardens si imita lo sviluppo naturale della vegetazione, disponendo piante e substrati di inerti in modo funzionale a questi ambienti.

    A contrasto del cambiamento climatico

    Una ridefinizione degli spazi verdi, insomma, alla luce delle nuove esigenze climatiche: i rain gardens non hanno infatti solo carattere estetico, ma anzitutto funzionale. Alberature, erbacee e perenni mitigano le temperature e l’effetto serra e contribuiscono ad aumentare la biodiversità anche in ambito urbano. Si tratta poi di piante con una bassa necessità di manutenzione, che si tende a lasciare spontanee anche in un’ottica di riguardo all’etnofauna, oltre che botanica.

    Parola d’ordine, formazione

    «La risorsa acqua è sempre più fondamentale, quindi si cercano specie che non abbiano bisogno di una continua irrigazione, ma che siano capaci di tollerare siccità ed eventi difficili, davanti a un cambiamento climatico evidente. Negli Usa e nel Nord Europa sono pratiche già consolidate, mentre in Italia ci stiamo avvicinando ora alla tematica in modo consistente», spiega Rafael Tassera, dalla delegazione Piemonte di AIPV e coordinatore dell’evento in materia. «Tra gli obiettivi dell’associazione c’è sicuramente quello di aumentare le competenze e accrescere sensibilità, oltre che la percezione stessa, nei confronti della figura del manutentore del verde: professionisti più competenti generano un circolo virtuoso a lungo termine. Questo è un corso che nasce proprio con questa intenzione, iper specializzante e rivolto a coloro che lavorano nella filiera del verde».

    Per maggiori informazioni visita il sito www.aipv.org

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