Quello del controllo delle infestanti è un tema che, sempre più, infiamma i dibattiti del settore. L’utilizzo del glifosate, noto erbicida, viene sempre più limitato e perfino progresso e tecnologie non sembrano potere molto, né contro le nuove infestanti, né contro quelle già note che si fanno però via via più resistenti.
Questa rubrica, dunque, nasce con l’idea di affrontare in maniera semplice, ma efficace, l’utilizzo degli strumenti a nostra disposizione. Un vero e proprio prontuario per il contrasto delle infestanti in quattro puntate, toccando i temi e gli ambiti più salienti della materia: antigerminelli, acido pelargonico, pacciamatura e diserbo meccanico.
In questo primo appuntamento, dunque, cominciamo a definire correttamente gli antigerminelli. Come dice la parola stessa, si tratta di sostanze chimiche che inibiscono la germinazione dei semi, e in alcuni casi dei rizomi, in maniera selettiva o totale. Alcuni vengono definiti erbicidi, ma per comodità raggrupperemo sotto questo nome tutti quei prodotti che lavorano proprio nel terreno.
Questi prodotti normalmente vengono usati in vaso, su aiuola, su tappeto erboso e sui vialetti. Cambia, chiaramente, il principio attivo da utilizzare a seconda dei casi, ma bisogna sempre ricordarsi di agire preventivamente: è fondamentale, appunto, per andare a inibire la germinazione.
Il principio attivò più utilizzato è sicuramente il pendimetalin, che si può trovare sul mercato sia in formulazione liquida che granulare, quest’ultima con una durata molto più persistente rispetto alla prima. La formulazione liquida richiede un numero maggiore di interventi data la sua velocità di dilavamento, mentre per quella granulare bastano da uno a tre interventi a stagione.
Tra gli antigerminelli troviamo anche il Flazasulfuron, una molecola molto persistente che si ferma nei primi 10 centimetri del terreno. Se utilizzata correttamente si riesce tranquillamente a gestire un vialetto senza dover ricorrere al diserbo totale. La sua persistenza, fino a tre o quattro mesi, permette di affrontare con due trattamenti un’intera stagione. Ovviamente molto dipende dal primo intervento, che deve essere fatto tra febbraio e marzo, a seconda della zona.
Non si può, poi, non citare l’Isoxaben, un erbicida che lavora per assorbimento radicale: il trattamento, cioè, non va fatto a stagione avanzata o con ricca vegetazione, poiché potrebbe ostacolare l’arrivo al terreno.
Enrico Pinali è project manager presso Ipag, con una visione nel mondo del verde pubblico e privato che abbraccia il lato tecnico del settore, insieme a quello commerciale. Nella sua figura si uniscono, così, due aspetti spesso tra loro slegati: una visione d’insieme e una profonda conoscenza del settore, attraverso le quali imparare a leggere gli sviluppi di mercato e intercettare le diverse esigenze e gli obiettivi di ogni progetto. Negli ultimi anni, però, le sue energie si sono concentrate nell’approfondire proprio la tematica delle infestanti, imparando a conoscerle per declinare nel modo più efficace possibile soluzioni e strumenti.